Con gli anni 90 in Italia il mercato del lavoro in maniera sempre più pressante richiedeva forme di lavoro che rispondessero ad un diverso criterio di flessibilità. E' in questo periodo che ebbe inizio il lavoro interinale. Come indica la locuzione latina "interim" il termine interinale significa temporaneo, un rapporto lavorativo di durata limitata.
Sembra che la prima agenzia interinale in Italia sia stata aperta nel 1993 da un imprenditore Statunitense, Hollomon, che impiantò per la prima volta un'attività privatà il cui lavoro consisteva nel reclutamento di manodopera; bastò pochissimo tempo perchè l'agenzia mettesse insieme oltre 200.000 curricula, un fenomeno così importante che il vuoto legislativo all'interno del quale si collocava non potè altro che porsi come un urgente problema da risolvere.
Il riconoscimento con la legalizzazione e regolamentazione del lavoro interinale avvenne con la legge n° 196/1997 successivamente rivista più volte fino ad arrivare nel 2003 alla legge n°30/2003 e conseguente decreto legislativo n°276 noto come "Legge Biagi" con il quale è stato abolito il lavoro interinale, (le agenzie interinali si trasformano in agenzie per il lavoro), ed introdotta la somministrazione del lavoro a tempo determinato ed indeterminato. L'introduzione del lavoro interinale in Italia fu in parte anche la risposta e quella che a livello internazionale venne spesso definta come un'anomalia del mercato del lavoro Italiano, ovvero la presenza degli uffici di collocamento pubblici come unica impresa di gestione e collocamento dei lavoratori sul mercato, unica impresa legalmente autorizzata a svolgere questa mansione disattendendo in quanto impresa, ai principi di libera concorrenza del mercato come evidenziò la Comunità Europea sanzionando l'Italia per questa ragione. Non è un caso che il pioniere Hollomon fu costretto a chiudere la sua attività, accusato di caporalato e poi prosciolto dall'accusa con l'introduzione della legge n°196/2007.
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